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Tradizioni sportive


La palla ovale assorbe buona parte della passione sportiva dei guasconi e la cito per non perdere la speranza di godere della cittadinanza onoraria che vorrei ottenere con il libro.

Scherzi a parte, la stessa cosa si potrebbe dire a proposito del Galles o della Nuova Zelanda.

La “course landaise”, invece, non si deve perdere perché in quei momenti emerge l’anima profondamente contadina di questa gente, con tutto il corredo delle loro tradizioni.

L’origine di questa singolare tauromachia è fatta risalire al XVII secolo e quei tempi ricalcava l’encierro di Pamplona, ma esiste un documento che testimonia la diffusione di questa pratica già nel 1457.

Poi vacche e tori ritennero normale entrare in chiesa a Saint Sever e devastare il tutto, altare compreso; si aggiunga qualche incornata mortale e si comprende come si sia arrivati a limitarla all’arena.

In realtà già nel 1567 Pio V (papa Ghislieri) aveva emesso una Bolla in cui proibiva ogni tauromachia, pena la scomunica e l’anatema pontificio verso quei regnanti che l’avessero tollerata.

Per chi rimaneva ucciso nel corso di questa pratica demoniaca era interdetta la sepoltura in terra consacrata.

Naturalmente la popolazione non gradì e manifestò la sua opposizione in modo tanto animoso da indurre il vescovo di Aire-sur-Adour, Gilles Boutaul, a trasferirsi verso terre più tranquille. Resta per il sottoscritto l’amarezza di una decisione presa dall’unico pontefice alessandrino testimoniato dalla storia.

La Course è una manifestazione che si svolge dalla primavera all’autunno, spesso coincidente con la festa del paese e richiama in parte la corrida spagnola ed è del tutto incruenta (almeno per l’animale).

Anticamente erano utilizzate vacche della razza landese e si svolgeva nella piazza del paese, sul sagrato delle chiese o nei campi, dove si svolgeva la fiera; l’anfiteatro era delimitato da carri e calessi che costituivano il recinto e le gradinate, prima che fossero create apposite strutture simili alle arene attuali.

Dalal 1853 si sostituirono le vacche locali con le femmine dei tori da corrida che sono più combattive; questi animali hanno una vita sportiva di una decina di anni e col passare degli stessi cresce la loro pericolosità.

Da tempo esiste un campionato ufficiale gestito dalla Federazione Francese ed è una tradizione così forte che vi è pure una chiesa a Bascons dedicata a Notre-Dame de la Course Landaise, piena di trofei donati dai vincitori e sede di un pellegrinaggio votivo nel giorno dell’Ascensione.

All’interno campeggia una singolare Pietà, una Madonna che sorregge un écarteur (scartatore) moribondo.

A queste vacche viene legata una lunga corda fra le corna e il cordayre del gruppo in gara ha il compito non facile di impedire con la sua trattenuta che l’animale infligga la cornata al partner che la affronta.

L’affiatamento fra il cordayre e gli écarteurs è determinante.

Il gruppo è formato da undici uomini, la cuadrilla.

Non c’è da sorridere; quando vi troverete sulle torride tribune dell’arena, tremerete anche voi per la sorte dell’écarteur in attesa dell’animale che carica a testa bassa e con corna poderose, aspettando fino all’ultimo istante per scartare da un lato o dall’altro. Quando addirittura non si salta da una parte all’altra della vacca passandole sul collo (il mitico scarto interno) praticamente senza l’aiuto del cordayre.

Molto spettacolare il salto con le gambe legate e i piedi inseriti nel cappello basco, che ovviamente non deve cadere a terra e altrettanto ammirevole il volo frontale, ad angelo, per scavalcare l’animale.

Ci sono quindi tutta una serie incredibile di passaggi acrobatici e gli spettatori sono in grado di valutare la difficoltà dei salti (si attribuiscono punteggi che vanno da 2 a 7) come pure la correttezza dell’esecuzione e di scegliere i più meritevoli nelle competizioni singole o in quelle a squadre.

Anche le vacche sono inquadrate per classi di difficoltà: si va dagli animali giovani e mansueti a quelli combattivi e pericolosi; logicamente il punteggio attribuito varia in funzione della difficoltà.

Un premio, il “Corno d’oro”, è attribuito alla vacca ed è ambitissimo dai proprietari dell’allevamento.

A giudizio unanime per emergere in quest’attività servono gambe, braccia e testa ottime; mi permetto di aggiungere una buona dose di fegato, perché le vacche possiedono sovente quella dote di naturale scaltrezza che le rende assai imprevedibili. Quanto lo siano veramente è testimoniato dal monumento che si trova sul sagrato della chiesa di Bascons, dedicato a tutti i morti della corsa.

Sempre a Bascons, nel museo dedicato alla Course Landaise, si può ammirare una corona donata nel 1880 dal re di Spagna a Cocard, soprannome di uno dei cinque esponenti della famiglia Duffau di Labastide che fra il 1850 e il 1914 si cimentarono in quest’attività. In quell’occasione Cocard affrontò tori da corrida.

Come sempre i toponimi ci dicono qualcosa; in questo caso Bascons e Bascous richiamano prepotentemente le invasioni dei Baschi e qualche marchio ci ricorda le origini: Ch. du Bascou, Vascon, Domaine Le Basque.

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