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Il Domaine de Mouchac


Si parte in quattro, io con l’amico Aldo e mia figlia con l’amica Valentina; destinazione Guascogna.

Sarà un bellissimo viaggio, purtroppo offuscato dallo sguardo di disgusto del gestore dell’albergo che ci scambia per attempati pedofili; il tutto si risolve con il controllo della carta d’identità mia e di mia figlia, ma non ho mai più messo piede in quel luogo.

Fare conoscenza del Signor Pierre Janneau è incluso fra gli obiettivi del nostro viaggio.

Intento decisamente velleitario, considerando gli impegni professionali e istituzionali di questa persona; il tutto aggravato da una visita non concordata.

Com’era prevedibile ci accoglie un cortese dipendente di nazionalità portoghese scusandosi per l’assenza del proprietario e dicendo che non è autorizzato a vendere alcuna bottiglia.

In compenso ci racconta vita e miracoli del podere.

Vengo a conoscere i particolari attinenti all’armagnac del Domaine e tutto quanto riguarda oche, anatre, polli, tacchini, pesci del laghetto e uccelli migratori.

Un torrente in piena che si ferma solo quando chiedo spiegazione dei giganteschi birilli abbandonati in cortile.

“Sono le quilles, il gioco preferito della Guascogna, volete giocare una partita?”

Ci applichiamo a questo trastullo agreste con l’animo battagliero di Rolando a Roncisvalle, anziani contro giovani, e passiamo momenti di assoluta serenità.

Partiamo dal Domaine col rimpianto per non aver conosciuto personalmente il proprietario e con il dono più inatteso: una bottiglia di malvasia portoghese che solo in parte ricambierò con l’invio delle foto di gruppo.

Gentile lusitano di cui purtroppo ho perso le tracce, grazie per il singolare pomeriggio che hai saputo offrirci.

Il Domaine de Mouchac
Il Domaine de Mouchac