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Terreno scivoloso


Avendo inquadrato il discorso territorio secondo lo schema classico (bas-armagnac, ténarèze, haut-armagnac), si può sostenere di essere nel giusto e contemporaneamente nell’approssimativo: le tre aree appaiono ben definite, ma occorre ricordare che si tratta di un artifizio geografico.

In realtà la situazione è assai più variegata, come mi è stato confermato da più di un produttore.

Ad esempio il Signor Vincent Piquemal del Domaine de Danis, in piena Ténarèze, mi ha segnalato di coltivare le sue vigne – bizarreries des appellations! – in un terreno di sabbie fauves.

Vi sono quindi zone di scivolamento da una condizione all’altra e avvengono interessantissimi ibridi.

Offro un altro esempio utilizzando il gentile chiarimento che il Signor Jérome Guichanné del Domaine de Mastric mi ha inviato a questo proposito:

“I suoli (al plurale!) sono di tipo limoso-argilloso per 50 cm. di profondità, poi compare uno strato ghiaioso di colore nero-ocra, a componente ferrica, che fa da legame a uno strato più profondo a base argillosa”.

Considerando che lo scavo per la messa a dimora della vite è mediamente di 70 cm., si può ben dedurre che l’appartenenza dell’impiantamento non può essere solo quella dello strato superficiale.

Terreno scivoloso
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