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L'invasione dell'A/armagnac


Nel secolo passato non si superò mai la soglia dei 100.000 ettolitri, neppure durante l’ultima guerra mondiale quando, con l’invasione tedesca della Francia (compresa la Guascogna) e poi con la liberazione da parte degli Alleati, il consumo di armagnac ebbe un fortissimo incremento.

Resta l’amara considerazione che anche le guerre hanno dei risvolti positivi; dal 1940 al 1942 il prezzo della pièce di armagnac passò da 3.000 a 40.000 franchi (Societé Archéologique du Gers) e si parla solo delle vendite ufficiali.

Il diffuso mercato nero aveva quotazioni ancora più elevate.

Rende assai bene l’idea di questa fenomenale richiesta di distillato, una segnalazione di Ph. Burrin in “La France à l’heure allemande”.

Gli acquisti di armagnac da parte degli invasori furono fortissimi e sempre selettivi, al punto che Esercito, Marina, Aviazione, SS ed anche il Controspionaggio si rifornivano da diversi produttori/negozianti.

Pur riconoscendo il dramma che ogni situazione bellica comporta, mi sia consentita una lieve ironia: che il Controspionaggio avesse un suo privato ufficio acquisti, mi pare strabiliante.

Forse solo i tedeschi sono capaci di tanta organizzazione e comunque anche in questo contesto paradossale, le gerarchie erano rigorosamente rispettate: possiedo la testimonianza fotografica di armagnac riservato agli ufficiali delle SS.

A conferma dell’incremento produttivo stimolato dagli eventi bellici, evidenzio la differenza fra lo stock (15.206 hl di A.P.) presente nel 1939, annata certo non avara di produzione vinicola, e quello del 1947 (92.873).

Nel libro di Henri Faget si può comunque trovare una toccante testimonianza di quale fosse il travaglio dei produttori nei primi anni della II Guerra Mondiale.

La sua famiglia era giunta alla determinazione di abbandonare la produzione di armagnac per le elevate tasse di successione; decisione che per fortuna loro e direi anche degli appassionati consumatori, fu fermata in tempo dall’inatteso aumento dei prezzi.

In compenso aumentavano le frodi, per cui si distillava vino di ogni tipo, compresi i rossi e la pratica purtroppo si protrasse per gli anni dell’immediato dopoguerra.

Restando al tempo di guerra ho scoperto una bottiglia che, al momento, presenta una singolarità assoluta: sono riportati due millesimi, il 1943 e il 1944.

Ignoro quale logica abbia portato a questa scelta, posso semplicemente arguire che si trattasse di un assemblage delle due annate; di certo in quegli anni i controlli erano pochi e la clientela assai particolare.

 

 

P.S.

Per amore di verità segnalo che i casi di “collaborazionismo etilico” furono assai pochi e con la Liberazione i soggetti coinvolti furono censurati e penalizzati seriamente.

L'invasione dell'A/armagnac
L'invasione dell'A/armagnac