Il Domaine "à Lafitte"
Domaine “à Lafitte” desidero segnalarlo perché a mio avviso rappresenta perfettamente ciò che si può definire un dinamismo controllato, una miscela scevra da eccessi, fatta di tradizione e innovazione.
Ho incontrato questi signori al Salone del Gusto di Torino nel 2010; sono gli unici produttori di armagnac.ad essersi mossi dalla Guascogna per essere presenti in un contesto certamente importante e tuttavia senza una vocazione strettamente legata ai superalcolici.
Come non apprezzarli?
Chi crede in modo tanto determinato nel proprio prodotto m’ispira naturalmente fiducia.
Inoltre il Signor Bachos, che pure si è perfettamente reso conto della mia veste di semplice appassionato, mi ha dedicato tempo e informazioni in abbondanza e, considerando le frenetiche condizioni del Salone, ha manifestato una cortesia non comune.
Leggo sul depliant informativo che i visitatori del Domaine saranno accolti in modo caloroso; vista la personale esperienza, non ne dubito.
Vengo anche a sapere che siamo già alla terza generazione (il nonno ha iniziato nel 1945), che hanno sempre seguito la tradizione, dalla coltura del vigneto (18 ettari con la densità di 3000 piedi di vite per ettaro) al metodo di distillazione e che dal 1992 hanno deciso di assumersi il rischio di passare alla vendita diretta del loro armagnac.
Prima di quella data il prodotto veniva quasi tutti gli anni conferito ai negozianti.
Ora si distilla soltanto nelle annate migliori; quanto alla lotta ai parassiti si fa anche ricorso all’utilizzo di trappole ai feromoni, pratica certo non consueta e dai costi non trascurabili.
In ultimo chiedo lumi sulla singolare etichetta; la norma è trovare la scritta Domaine de o du, mi pare una stranezza il “Domaine à”.
La domanda mi consente di scoprire che il toponimo Lafitte significa vigna piantata sul terreno strappato al bosco; questa pratica ha origini antiche ed è già testimoniata da un editto del 1766: -I boschi sono diventati campi e i campi trasformati in vigne-.
In sostanza i contadini cercavano di accrescere il proprio reddito approfittando di leggi permissive.
La mia visita torinese si conclude sfogliando un album fotografico che mescola attività agricola, dettagli tecnici e visioni romantiche del paesaggio di Sion.
Mi pare impossibile non esserci mai stato in tanti anni e tanti viaggi.
Comunque il collezionista mai sopito arricchisce il patrimonio con un ottimo armagnac del 1974.