Il Signor Philippe Gélas
Lo scopo della mia visita era duplice: fare le necessarie verifiche sulla mia ricerca e conoscere il Signor Philippe Gélas per felicitarmi con lui per il libro scritto, confermandogli che la consultazione mi era stata di grande utilità.
Ovviamente speravo pure di trarre indicazioni utili al mio lavoro, visto il gran numero di Domaines (più di 25) che la Maison commercializza e l’altrettanto cospicuo numero di marchi messi in vendita nell’arco della secolare attività.
Desideravo anche sapere di più sulla sua originalissima idea di confrontare l’armagnac con altri distillati, per esempio la vodka, e del progetto di allestire una grande raccolta delle migliori acquaviti del mondo per consentire una valutazione corretta delle loro peculiarità; una sportivissima sfida alla pari e uno scossone a quell’immagine di prodotto che, forse con eccessivo pessimismo, definiva inesistente.
Purtroppo non ero riuscito a prendere appuntamento e l’incombere della manifestazione di Bordeaux lo stava comprensibilmente assorbendo ed ho potuto solo utilizzare l’aiuto di un gentile collaboratore.
Le visite in Guascogna continueranno indipendentemente dal successo delle mie velleità editoriali; mi propongo di organizzare l’incontro nei tempi e nei modi più opportuni.
P.S.
Come mi ero prefissato sono riuscito a incontrare il Signor Philippe e il colloquio è stato utile e educativo; le sue conoscenze, sia in termini di prodotto sia del panorama umano della Guascogna, sono sterminate e i benefici per l’accuratezza della mia ricerca sono evidenti.
Scopro anche che nella sua guida sono inseriti solo quei produttori che superano i due hl di alcool puro (quindi mezza pièce da 420 litri); questo spiega il numero apparentemente ridotto delle segnalazioni.
Mi è concessa una visita alla monumentale cantina e illustrate le nuove proposte della Maison; riesco quindi a percepire con chiarezza che nella persona c’è tutto meno che il pessimismo e di certo le sue dichiarazioni volevano semplicemente essere uno stimolo a contrastare l’immobilismo.
In ogni caso se nell’immediato dopoguerra del 1945 si contavano più di sessanta negozianti di armagnac solo nel territorio di Vic.Fezensac e ora sono una sparuta pattuglia, devo comprendere il senso di queste dichiarazioni.
Queste fluttuazioni sono costantemente legate a quelle del mercato e al periodo storico di riferimento.
Ad esempio all’inizio del 1914 erano presenti (il testo di Henry Dufor purtroppo non chiarisce la parte del territorio contemplato, presumibilmente tutta la zona di produzione) solo quindici negozianti mentre nei dieci anni susseguenti erano diventati più di centoventi.