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Pranzi luculliani


Come mi capita alcune volte arrivo nel posto giusto pur sbagliando indirizzo; il cortile della grande casa è deserto, il silenzio è assoluto ed io provo il solito imbarazzo.

Chiamo ad alta voce il nome del proprietario senza ottenere risposta, poi finalmente compare una signora che si aiuta con una stampella.

“Desidera?”

Chiarisco il motivo della mia visita e la Signora Fezas, che si rivelerà assolutamente sola, m’invita a entrare; la curiosità umana, quando non è velata da prevenzione, apre qualsiasi porta.

Si dichiara dispiaciuta per non poter essermi di aiuto motivando il tutto con il lavoro di bancario che da sempre ha praticato, può però cercare di rintracciare telefonicamente il marito che si cura dell’attività agricola.

Per la prima volta trovo un bancario che mi sorride senza dover aprire un conto corrente.

Su un elemento però anche lei può darmi subito una risposta: non esiste un armagnac col marchio Domaine de Pessauby, si tratta di un errore d’indirizzo.

Per il redazionista è una gioia, evito una figuraccia nel catalogo riservato ai marchi.

Infine contatto telefonicamente il Signor Fezas e ottengo tutte le altre informazioni utili alla ricerca.

In questo frangente non posso non notare il caravaggesco cesto di ciliegie, appena raccolte, che troneggia al centro della tavola, per cui quando la Signora Fezas mi chiede se mi serve ancora qualcosa, con la sfacciata franchezza che ogni tanto mi assale, rispondo:

“Assaggerei volentieri due ciliegie”.

Oggi, 13 maggio 2011, è stato il mio pranzo.

Nel silenzio della campagna che adoro e all’ombra di una quercia secolare; assolutamente meraviglioso.

Mi auguro solo che la caviglia fasciata di questa sorridente signora non dipenda dalla raccolta delle ciliegie.

Chissà, forse leggendo queste brevi note sul libro che certamente le invierò, si renderà conto di quanto sia stato gradevole conoscerla e bello ricordarla.

Pranzi luculliani
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