Il Signor Pierre Dupont
In qualche occasione ho segnalato la mancanza di forze nuove che si lanciano nell’impresa di produrre armagnac.
Il Signor Pierre Dupont, pur non essendo un ragazzino, manifesta un ottimismo tipicamente giovanile nella filosofia produttiva che da pochi anni lo vede attivo tra i nuovi protagonisti.
In effetti, fra tutti i produttori visitati nel 2013, è stato l’unico a non lamentarsi di una vendemmia quantitativamente scarsa a causa del maltempo primaverile che aveva ridotto l’azione impollinatrice degli insetti.
Attribuisce il merito di questo risultato alla decisione di produrre vino con pratiche biologiche e biodinamiche.
Una scelta così alternativa va apprezzata per molte ragioni: se si considera il tempo necessario per avere la certificazione di vino ecologico e poi di armagnac, traspare con chiarezza che il Signor Dupont fa sul serio.
Al momento il terreno dedicato all’armagnac è di soli 1,5 ettari, con predominanza di Ugni Blanc, ma ha intenzione di ampliare il territorio vitato con Baco 22 A, vitigno certo non incline a un ridotto invecchiamento e da lui distillato per la prima volta nel 2012.
P.S.
Molto singolare è anche la provenienza di Pierre Dupont, il Belgio; non mi risulta presente in Guascogna nessun altro produttore proveniente da quel paese.
Interrogato sulle motivazioni che l’hanno portato a scegliere un’attività tanto impegnativa, racconta che da tempo sentiva il bisogno di un diverso rapporto con la natura, con la terra stessa, qualcosa di concreto da amare, accudire e far crescere.
Un ingegnere con la passione della matematica che ha passato buona parte della vita fra Parigi, Londra, Belgio e Stati Uniti.
Capisco perfettamente il desiderio di concretezza e apprezzo il coraggio di una persona che, pur potendo muovere capitali enormi con un semplice clik, ha preferito investire su se stesso.
Passate a conoscerlo, previa telefonata; l’indirizzo è ben visibile a destra in direzione di Cazaubon; la persona e l’armagnac lo meritano.