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La Guascogna e l'immigrazione


La crisi produttiva di armagnac degli anni trenta fu un momento di svolta per l’immigrazione.

Non si trattava solo di cattive annate e di flessione del mercato (10.000 hl prodotti nel 1937); c’era penuria di manodopera contadina e furono quelli gli anni in cui lo stato francese favorì fortemente l’immigrazione che vide gli italiani arrivare in Guascogna a decine di migliaia.

Irene Gaubert segnalava che un censimento effettuato nel dicembre del 1936 rilevava la presenza di 20.805 lavoratori stranieri in Guascogna, “presque tous Italiens”.

Il Signor Henry Faget del Château de Cassaigne, in una gentilissima lettera inviatami nel 2009, parla della sua opera per portare aiuto concreto e morale a questo gran numero di nostri immigrati.

Venivano soprattutto dalle zone dove l’agricoltura era più povera e dove era forte la tradizione vitivinicola, particolarmente dal Veneto e dal Piemonte; non mancavano neppure spagnoli, portoghesi, belgi e pure gli attuali ricchissimi lussemburghesi.

Il problema era particolarmente sentito se anche il Dottor De Raquine (De Pesquidoux, Joseph et al.) si auspicava un forte incremento di manodopera, sostenendo che il territorio della Guascogna, in virtù dell’ottimo clima, sarebbe potuto essere sfruttato molto più ampiamente.

Il tutto si spiega anche con lo spopolamento arrecato dalla prima guerra mondiale.

Il dipartimento del Gers, considerando il gran numero di vittime militari e l’abbandono delle campagne da parte delle vedove e delle giovani donne in cerca di marito, perse il 13% della popolazione.

Si deve anche tener conto dell’abitudine, assai radicata presso i piccoli proprietari, di avere un solo figlio per non dover smembrare la tenuta.

Abel Sempé mi riferì che questa situazione, certamente unita al naturale e ammirevole spirito di accoglienza dei guasconi, aveva indotto il dipartimento del Gers a ricevere un gran numero di orfani armeni sfuggiti ai pogrom turchi.

Un ultimo afflusso d’immigrati avverrà verso il 1960, col ritorno dei francesi rimpatriati dall’Algeria e dalla Tunisia; saranno loro ad acquistare grandi proprietà terriere e a optare per una coltivazione intensiva.

 

La Guascogna e l'immigrazione
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