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Darmagi


Per i non piemontesi: peccato, dal francese dommage.

Uno dei rimpianti classici dei timidi, categoria alla quale appartengo, è quello di non aver osato al momento giusto anche ciò che poi si valuta affrontabile in un secondo tempo.

E non sto parlando di un amore inespresso.

Purtroppo non ricordo l’anno (era almeno più di venti anni or sono) e neppure il posto; certamente era nei pressi di Barbothan-les-Thermes.

Ad uso del lettore aggiungo che possiedo una naturale tendenza a rimuovere gli eventi negativi.

Arrivo in questa località verso sera e trovo una di quelle immense tavolate che preludono alla festa del paese; il clima è quello classico, allegro, gioioso e rumoroso di tutte queste manifestazioni popolari.

Devo ancora cenare e sono diretto a un ristorante del quale ho visto l’insegna lungo la strada e devo necessariamente passare fra le tavolate che ostruiscono tutta la piazzetta.

Sento su di me lo sguardo curioso dei presenti e subito reagisco nel modo peggiore: tiro dritto con alcuni cenni di saluto (non è obbligatorio per i timidi esseri anche maleducati).

Vedo sulle tavole apparecchiate un’allegoria di vini contadini e ciò che per me resta un nemico da sempre: il formaggio; penso subito che oltre ad essere fuori luogo, mi ritroverei a spiegare a tutti gli astanti che proprio non lo sopporto e mi convinco che non è il caso di chiedere se posso cenare con loro.

Lascio immaginare al lettore l’espressione del ristoratore nel vedermi: ero l’unico cliente e probabilmente lo avevo trovato aperto perché fungeva anche da bar e tabaccheria.

Il menu contempla solo due piatti: minestrina in brodo e bistecca; comincio a rimpiangere il mio scarso coraggio, mangio a un tavolo che si affaccia sulla festa e mi pesa la solitudine che mi sono creato.

Maledico l’orribile morbo che mi arrossa le guance, ma ormai é tardi per ripensarci e all’alibi del formaggio non credo neppure io.

Sono tornato in Guascogna ancora molte volte da quella sera e non mi è più capitata l’occasione di imbattermi in una festa contadina.

Nulla da aggiungere, me lo merito.

A Barbothan invece ci torno sempre con piacere e per quanto riguarda le cure termali, non intendo mettermi fretta.

Anche perché associando la terapia antiossidante a base di armagnac a quella idroterapica, correrei il serio rischio di un ringiovanimento tale da rendere problematico il reinserimento in famiglia.

In ogni caso saprei a chi rivolgermi nei dintorni.

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