Etichette napoleoniche
L’effige di Napoleone e la sigla N sono i riferimenti più diffusi che esistano nel campo dei superalcolici e l’armagnac non fa eccezione.
Con la precisazione che vengono soprattutto utilizzati per i prodotti da esportazione; il fascino dell’Imperatore resta universalmente immutato e qualcuno, più o meno furbescamente, ci gioca.
Ad esempio esistono etichette che giocano sull’immagine di Napoleone segnalando un fatto ignoto ai più: era l’Imperatore di Francia.
Peccato che anche per l’armagnac esista la formulazione Napoléon e magari la bottiglia in causa riporta tre pudiche stelline che testimoniano un ben diverso invecchiamento.
Oppure, per restare nell’ambito del Grande Corso possiamo trovare un’etichetta che riporta la dizione Napoléon con l’aggiunta di Qualità Imperiale; il riferimento ha una sua indubbia coerenza storica, ma ne ha molto meno voler strafare, corredando il tutto con l’aggiunta di un inutile Extra.
Singolare anche l’etichetta di un armagnac (nella mia esperienza presente solo sul mercato tedesco) con la scritta “Acquavite di armagnac”.
Per legge questa bottiglia dovrebbe contenere acquavite con una gradazione superiore ai 70 gradi.
Questo dato non è riportato, in compenso si possono leggere ben 4 informazioni: VSOP, 5 Anni, De Luxe e naturalmente Napoléon.
Si cita anche un premio ottenuto a Budapest nel 1969, in piena era comunista; probabilmente un raro caso di armagnac importato nella scomparsa Repubblica Democratica Tedesca.
Restando in ambito repubblicano possiamo notare una sostanziale latitanza napoleonica in etichetta.
Neppure Napoleone, l’Empereur per eccellenza, gode di un’etichetta da generale o da Primo Console, come se il suo percorso rivoluzionario non avesse rivestito alcuna importanza.
Esiste solo un armagnac dedicato ai Tre Consoli e Bonaparte non emerge minimamente; però si rende onore alla Vecchia Guardia dell'Imperatore.