Il Domaine du Péto (2017)
Avevo conosciuto questi signori più di venti di anni or sono e la loro accoglienza era stata grande nell’esaudire le richieste di informazione sulla produzione di armagnac.
Già allora mi aveva colpito la bellezza del luogo (uno sperone che aggetta sulla valle dell’Osse) e la cura di tutti i particolari (casa, cantina e giardino) ma la mia visita era stata, per usare un eufemismo, del tutto protocollare.
Sono tornato da loro, presentato da comuni amici, in veste di autore e non posso trascurare di riflettere sull’accoglienza che mi hanno riservato e che, senza dubbio, manifestano verso qualunque visitatore sia intenzionato a godere del luogo e della loro produzione.
Non siate frettolosi, godetevi tutto il percorso, dal labirinto di bambù al mulino ristrutturato, dal pigeonnier (assolutamente raro nella tipologia costruttiva) trasformato per ricevere gli ospiti alla cantina di dimensioni contenute ma veramente consona ai dettami della tradizione.
E, se ci credete e soprattutto se ce la fate (4,5 metri di circonferenza al piede), abbracciate il pluricentenario e monumentale cedro dell’Atlante.
Da parte mia ho abbracciato anche i proprietari, persone assolutamente deliziose.
In sintesi l’armagnac è solo una scusa per andarci.
Poi, quando sarete tornati a casa e lo gusterete con gli amici, vi renderete conto che tutto, al Domain edu Péto, è fatto a regola d’arte.
Sono pertanto “obbligato” a rendervi partecipi del luogo con alcune immagini.