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Amori principeschi


Amori principeschi.

L’interesse per l’Armagnac da parte dei russi risale agli anni seguenti il disfacimento dell’Unione Sovietica (con alcune singolari eccezioni) ma quello per la Guascogna è ben più datato.

Sono al Ch. Garreau di Labastide-d’Arm. e finalmente ho la felice occasione di conoscere la signora Carole Garreau e di essere illuminato sulla loro produzione e sulla storia della loro proprietà, acquisita nel 1919.

Già nel secolo precedente si produceva Armagnac ma non era commercializzato, era semplicemente un fiore all’occhiello del proprietario, un principe russo.

La storia narra che si fosse invaghito di una giovane nobildonna del luogo (pare appartenesse alla famiglia dei baroni de Bouglon) e per esserle vicino avesse acquistato quest’immensa tenuta.

Fino a questo punto una tenera fiaba d’amore, purtroppo non realizzata; la rivoluzione russa stava già manifestando i primi effetti collassanti sulla nobiltà.

Questa premessa è necessaria per far comprendere come mai al Ch. Garreau voi troverete un rarissimo esemplare di cantina completamente interrata.

Il principe, per creare una zona di comodo passeggio per l’amata fanciulla, aveva sbancato parte del terreno prospiciente il domaine ottenendo una zona sottoslivellata di circa 5 metri; è stato sufficiente per creare una cantina splendida, sorretta dalle stesse putrelle utilizzate per la costruzione della Torre Eiffel.

Venendo all’attualità suggerisco agli appassionati di Armagnac una visita al Ch. Garreau; raramente avrete un’offerta espositiva così esaustiva.

Il museo dell’attività contadina, credo il più completo dopo quello dipartimentale di Condom, è alloggiato in una stalla del 1600 e riserva sorprese infinite.

Cito un attrezzo mai visto in tanti viaggi in Guascogna: un utensile per la disinfestazione dei parassiti presenti nel piede dei ceppi presenti nel vigneto, presumibilmente della fine dell’800, ai tempi della peronospora. Un utensile chiaramente indicativo dell’attenzione esasperata dei vignaioli verso la loro produzione. 

Quanto alla cantina, oltre alla parata di pièces da 420 litri, troverete anche alcune gigantesche foudres  dalla capienza di centinaia di ettolitri; in una di queste si può entrare e scoprirete la più singolare sala di degustazione che si possa immaginare.

In ultimo cito i percorsi attrezzati che circondano la proprietà; vigneti, boschi con alberi monumentali, impiantamenti sperimentali e stagni, alcuni piccoli e romantici ed altri di un’estensione non comune.

A questo punto devo necessariamente stendere le lodi alla famiglia Garreau, innanzitutto per la loro cortesia e poi per la disponibilità a condividere col visitatore l’ormai centenaria passione per l’Armagnac e tanta bellezza.

Non necessitano del mio plauso, hanno testimonianze di apprezzamento ben più autorevoli ma riescono a trasmettere un quadro della Guascogna molto simile a quanto vorrei porgere al lettore.

Concludo con l’immagine di un’etichetta (correva l’anno 1932)  del Pineau de Gascogne, il precursore del Floc de Gascogne; dopo più di 40 anni Charles Garreau diveniva presidente dell’associazione dei produttori del Floc.

Dedico infine un’immagine alla gentile signora che mi ha assistito nella visita; come potete vedere la dinastia Garreau prosegue.

  

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