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La famiglia Laffitte


Questa è forse la situazione più rappresentativa della speranza nel futuro dei piccoli produttori di armagnac: due persone di media età e due giovani che si dedicano alla campagna con passione e competenza.

Sono accolto al Domaine de Guilhombeyrie con gentilezza da tutta la famiglia (stavo scordando i nonni) e informato con interessanti dettagli sull’importanza del tipo di vitigno e del territorio ove lo stesso dimora e sulla loro attività di proprietari e raccoglitori.

Il racconto, così pacato e rassicurante e l’ambientazione agreste della loro proprietà, rappresentano per il sottoscritto la tentazione più grande che corro nelle mie visite in Guascogna, quella di trasferirmi e vivere in questa terra.

Mi rendo conto che desiderano fortemente che io assaggi il loro prodotto, quindi acconsento e mi congedo con l’acquisto di una bottiglia, da loro proposta, del 1984.

Il prezzo è contenuto e ragionevole ed io non ho motivo di dubitare della loro buona fede, però non amo le etichette completate a mano sul millesimo di appartenenza e chi non li ha conosciuti personalmente potrebbe legittimamente dubitarne.

In fondo fare prestampare delle etichette, sapendo quanto armagnac si produce, non è un costo eccessivo.

Investite su voi stessi, signori Laffitte; l’immagine non è tutto, ma conta.

Il vostro armagnac lo merita ampiamente.

La famiglia Laffitte
La famiglia Laffitte