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Armagnac e illibatezza


Quando si vuole definire un gesto o un racconto che richiama la spavalderia, l’esagerazione o una smaccata menzogna si fa spesso riferimento alle guasconate.

Contestare questo assunto è già opera rischiosa, ma l’argomento trattato mi espone particolarmente, poiché scelgo di affrontare il sesso sotto l’aspetto storico e in bottiglia.

Partiamo da quanto ci forniscono i “sacri testi”.

Non si può quindi trascurare un cenno alla splendida vecchiaia di Antoine de Roquelaure, frequentatore di Versailles e grande estimatore/utilizzatore di armagnac, che ebbe la buona sorte di generare 12 figli negli anni che andavano dai 65 agli 82.

Purtroppo la storia non ci aiuta a saperne di più, trascurando l’età della moglie (o delle mogli, eventualità da non scartare vista la mortalità per parto di quel periodo).

La curiosità, forse lievemente morbosa, dell’autore (oggi saremmo parzialmente coetanei) di conoscere la sua precedente vita sessuale, resta purtroppo inevasa.

Sul versante delle bottiglie ci si trova, a volte, veramente ai limiti del credibile o del ridicolo per cui mi sia consentita una digressione sul marchio più “retro” che mi sia capitato di incontrare.

Non sto ironizzando, mi chiedo semplicemente chi oggi avrebbe il coraggio di utilizzare La Vergine Dorata come marchio di un armagnac.

Notevole anche l’eccezionale invecchiamento segnalato: VVSOP.

Purtroppo il produttore è scomparso, lasciandomi crogiolare su ogni possibile interpretazione; ne azzardo una.

“Very Virgin Superior Old Pale”

Sarebbe grandioso.

Armagnac e illibatezza
Armagnac e illibatezza