Concretezza guascona
Due motivi mi spingono al Domaine de Castagnet di Parleboscq: il primo legato al collezionismo (ne avevo avuto positive indicazioni e desideravo acquistarne una bottiglia) e l’altro l’intenzione di verificare se veramente fosse esistita l’annata 1846 che avevo trovato nelle mie ricerche.
Fra l’altro avevo letto nel libro di Henri Dufor che il 29 giugno del 1846 la grandine aveva fatto strage in quelle zone e questo era uno stimolo ulteriore per sapere se veramente fosse esistita quella rarissima bottiglia.
Il Signor Sarrot mi riceve con gentilezza e senza fretta, anche se ho palesemente interrotto i suoi lavori di campagna; è attento alle richieste di chiarimento e nell’arco della conversazione abbandona l’iniziale corazza difensiva.
Si apre alle confidenze sull’attività famigliare di produttori di armagnac da più di tre secoli e traspare un grande orgoglio, peraltro assolutamente motivato, per tutti i premi ricevuti da lui e dagli antenati.
Pur non avendo manifestato alcuna perplessità a questo proposito, insiste per mostrarmi gli attestati e sotto i miei occhi passano cenni di storia del 1900.
Tutto rigorosamente di provenienza delle Landes che, anche se non esplicitamente dichiarato, per lui rappresenta l’identificativo assoluto della qualità.
La produzione consiste esclusivamente di millesimi.
Mi conferma personalmente l’esistenza del millesimo 1846 e prima di prendere congedo dico al Signor Sarrot che intendo acquistare una bottiglia, chiedendo a lui quale sia la migliore.
La risposta è tanto sincera e sostanzialmente corretta quanto disarmante:
“La migliore è quella che costa di più”.
Così è stato, ovviamente e in me si è rafforzata la convinzione di aver conosciuto una persona di grande concretezza.