Bio-logico
Sono ancora relativamente pochi i produttori che hanno intrapreso la via dell’armagnac biologico.
Si tratta dei Signori Agut del Domaine de Bordeneuve a Mourède, Labérenne del Domaine de Séailles a Mouchan, Barreau del Domaine de Pajot a Eauze, Perotto del Domaine de Martin Neuf, Sarraute di Lannemaignan e Dupont del Domaine de Targuerie a Cutxan che si attrezzano per immettere sul mercato i loro prodotti.
Ovviamente i tempi non sono brevi; prima bisogna ottenere la certificazione per il vino e poi quella per l’armagnac.
Siano i benvenuti; d’altronde fino a 50/60 anni fa l’armagnac era necessariamente biologico.
A questo proposito evidenzio un metodo di concimazione che mi era stato segnalato al tempo dei miei primi viaggi da un vignaiolo: i vecchi del posto raccoglievano dei giunchi spinosi e li stendevano nelle cascine fino a farli marcire per ottenere il “pailhat” che poi era sparso nella vigna o nei campi.
Ammetto di ignorarne l’efficacia e di non aver mai più avuto questa segnalazione; penso che sia caduta in disuso.
Per ottenere la certificazione devono evitare l’utilizzo di diserbanti chimici, la concimazione chimica e i trattamenti con prodotti di sintesi; è consentito l’uso di compost botanico, alghe, felci e letame per arricchire il terreno, più la miscela bordolese e lo zolfo come anticrittogamici.
La corretta esecuzione delle pratiche di agricoltura biologica e del prodotto derivato è controllata ogni anno da un organismo certificatore (Qualité France FRBIO10).
Il Signor De Mandelaëre del Domaine de Saoubis ha scelto invece la strada del biodinamico, utilizzando letame bagnato con macerazioni di ortica, tarassaco, valeriana, camomilla; i lavori di campagna sono effettuati seguendo le fasi lunari e degli astri. Ha messo in commercio il primo millesimo certificato (1998).