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Polemiche millesimate


Fra le regole più difficili da rispettare c’è sempre quella che mette in croce le nostre convinzioni e non ho difficoltà ad ammettere la personale predilezione per i millesimi d’armagnac.

Proprio per questo motivo ritengo opportuno segnalare quelle notizie particolarmente indigeste e così autorevoli da non doverle sottacere.

Nel corso delle mie ultime visite in Guascogna ho avuto il piacere di ascoltare il parere della Signora Martine Lafitte del Domaine de Boingnères; fra le sue perentorie dichiarazioni spiccava questa:

“Trovare bottiglie del 1945 mi ha sempre lasciato perplessa!”.

Non posso neppure tralasciare quanto affermava il Signor De Boisséson nel sito del Château de Lacquy:

“I controlli sugli stock hanno avuto inizio dal 1970 e prima di allora era sufficiente un’attestazione scritta del produttore per consentire a chiunque di vendere armagnac che poteva avere anche la veneranda età del nonno; un segreto di Pulcinella molto ben protetto”.

Viene nuovamente portato ad esempio l’annus horribilis del 1945.

Così continuava il Signor De Boisséson: “Il primo maggio di quell’anno caddero 8 cm di neve a Parigi e a Bordeaux la temperatura scese a 3 gradi sottozero; le vigne gelarono per il 90%, quindi è materialmente impossibile trovare una sola goccia di armagnac di quell’annata sulla faccia della terra”.

Tranchant, direbbero in Francia e non resta che prenderne atto.

Aggiungo che la guerra era appena finita e si portava dietro lo strascico dei lutti e quello delle truffe.

In effetti è assai difficile acquistarne qualcuna, lo posso garantire perché all’inizio dei miei viaggi l’ho cercata a lungo, essendo il mio anno di nascita.

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