Dall'eau-de-vie all'armagnac
Trovare bottiglie settecentesche di armagnac è raro ma non impossibile e normalmente compare la scritta “eaux-de-vie”, senza alcuna specifica del produttore.
Questa denominazione rimase a lungo presente soprattutto nelle transazioni commerciali; alla fine del 1800 si trovano (nelle lettere, nelle fatture e spesso anche nelle etichette), riferimenti espliciti alle “Eaux-de-Vie d’Armagnac”.
Nel libro di Henri Faget si segnala che il distillatore e negoziante ottocentesco più attivo di Cassaigne, Joseph Duviard, non facesse mai cenno all’armagnac.
Quanto all’invecchiamento emerge che il Signor Duviard nel 1894 aveva prodotto 4265 ettolitri di distillato e aveva conservato uno stock di 195 ettolitri, una parte così poco consistente da non autorizzare l’ipotesi che fosse conservata per rivenderla dopo averla invecchiata.
La stessa fonte riferisce che un mediatore di Parleboscq, R. de Perricot, sempre nel 1894, faceva solo riferimento alle “Eaux-de-vie d’Armagnac”.
Anche in questo caso si trattava di acquavite non invecchiata e il Signor de Perricot, pur essendo attivo in una zona di ottimi bas-armagnac, non evidenziava questa circostanza.
Un documento dello stesso anno riguarda l’offerta fatta da un negoziante (J. Reyné) a un cliente.
Lo ritengo interessante perché conferma quanto sopra asserito e per un particolare a mio avviso illuminante; la data di emissione è il 30 ottobre 1894 e già si offriva eau-de-vie d’armagnac di quell’annata per le tre zone di produzione.
È ragionevole pensare che in Guascogna avessero vendemmiato precocemente, già vinificato e distillato e fossero in grado di conferire il prodotto ai negozianti. Non esiste alcuna traccia d’invecchiamento.
Dallo stesso documento si può anche dedurre che il vino bianco di più bassa gradazione era destinato all’alambicco, in parte per la difficoltà di conservazione e in parte per il costo più ridotto.
Analizzando i prezzi del distillato (1893 e 1894), dal documento emerge che l’invecchiamento non comportava un ricarico elevato, probabilmente anche per un eccesso di stoccaggio dell’anno precedente.
Il Signor Reyné offriva al cliente anche Marc-d’Armagnac; si tratta della sola testimonianza in mio possesso che certifichi questa particolare e credo scomparsa produzione.
Un confronto con quanto appare sul settimanale L’Avenir des Landes del 3 novembre 1894 può fornire un’altra chiave di lettura: la vendemmia era stata scarsa e non paragonabile in qualità a quella del 1893.
Molto più difficile interpretare il documento tratto da Le Petit Cettois del 3 ottobre 1880 che fa riferimento alla notizia pubblicata sul Journal de Condom.
Il bas-armagnac ha una doppia valutazione; in un caso è addirittura quotato meno di ténarèze e haut-armagnac; in parallelo si fa riferimento a un bas-armagnac 1er cru a un prezzo superiore agli altri due.
Esisteva forse un bas-armagnac di seconda scelta? Non ho trovato altre testimonianze scritte che lo confermino e, al momento, nessuno è stato in grado di fornirmi un vero chiarimento.
In realtà, la situazione normale era quella rappresentata anche nel documento del 1869 del Signor Bazin di Condom con prezzi crescenti dall’haut-armagnac fino al bas-armagnac.
Tornando alla dizione “eau-de-vie-d’armagnac” rilevo che anche i manifesti pubblicitari della prima metà del 1900 la utilizzavano ancora.
A mio avviso questa consuetudine autorizza due ipotesi.
La prima riguarda il consumo locale di armagnac, per cui non era necessario specificare di cosa si trattasse; era ovvio.
La seconda fa riferimento all’utilizzo assai diffuso di armagnac per tagliare altri distillati.
Sono considerazioni che inducono a pensare che il connubio armagnac-invecchiamento divenga un fatto diffusamente acquisito solo nel secolo scorso avanzato.
Una conferma della relativamente recente dizione armagnac si può trarre dal testo del documento preparatorio la promulga della Legge Fallières; risale al 30/09/1907 e riporta gli atti (Procès Verbal des Délibérations) di una riunione tenuta a Condom.
L’intestazione è assai esplicita: “Commission de délimitation de la Région des Eaux-de-vie d’Armagnac”.
Per completezza d’informazione riporto anche una voce dissonante.
In un giornale presente negli Archivi Dipartimentali delle Landes (purtroppo assai incompleto e presumibilmente riconducibile al 1934) si fa cenno a un negoziante non specificato di Condom che avrebbe iniziato nel 1850 a chiamare il distillato col nome armagnac.
P.S.
Il caso del Ch. de Magnan mi pare abbastanza significativo; fra un'etichetta e l'altra erano passati pochi anni.
Infine invito i curiosi a cercare documentazioni sulla definizione "Eaux-de-vie de Cognac"; bisogna andare molto indietro nei tempi.
Forse il successo dell'acquavite della Charente è legato anche ad una definizione sempre chiara ed univoca del prodotto.
Cosa che, purtroppo, non è avvenuta per l'armagnac; come testimonia questa locandina del 1952.