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Il Signor Gilles Sarraute


Il Signor Gilles mi riceve con la tipica gentilezza contadina e non lesina le risposte, pur lasciando trasparire una comprensibile perplessità su questo strano italiano che vuole fare una ricerca sulla sua produzione e che pone tante domande cavillose.

In questi momenti mi rendo conto che la mia presenza non sempre è comprensibile ed è necessario che io prevenga queste situazioni chiarendo che, per quanto inconsueto, sono solo un appassionato con l’idea, all’apparenza assai banale, di compilare una piccola e personalissima storia dell’armagnac.

All’inizio quindi il colloquio si sviluppa con una serie di sì e no piuttosto imbarazzante poi, in virtù di alcuni richiami a comuni conoscenze, la situazione si sgela e tutto diventa, per entrambi, notevolmente più accettabile.

L’elemento che contribuisce maggiormente a trovarci in accordo è la produzione di armagnac secondo la tradizione: distillazione continua e invecchiamento per i primi due anni in pièces nuove che, fino all’arrivo dell’uragano Klaus, erano prodotte con querce della loro proprietà.

Poi, prima dell’imbottigliamento, passano venti anni in botti usate, un impiego economico e di tempo non trascurabile.

Questo giovane signore ha le idee chiare ed è legittimamente fiero della storia famigliare.

Con grande pudore rifugge dal pontificare, anche se avendo iniziato a produrre armagnac nel 1944 si pone fra coloro che certamente possono trarre vantaggio dalla tradizione nel settore.

Fa cenno a studi di enologia e al desiderio di intraprendere la produzione di armagnac secondo l’approccio biologico, ma non appena riceve il mio plauso, chiarisce che è solo agli inizi e spera di ottenere la certificazione nell’arco di qualche anno.

A questo punto ritengo doveroso per il lettore fare una deroga alla scelta di non dare giudizi personali sull’armagnac degustato.

Anni prima avevo apprezzato il loro armagnac al termine di una cena; era un assaggio all’oscuro del produttore poichè la bottiglia era quella del Domaine de La Héouguère di Auxil. Pur con tutti i miei limiti di assaggiatore, lo avevo ritenuto degno di essere presente su qualsiasi tavola e avevo ringraziato il proprietario del ristorante per averlo proposto.

Nulla di tutto questo comparirà mai nelle parole di Gilles Sarraute; in un mondo dominato dal potere a volte distorcente del mito dell’apparire, mi pare una boccata di aria fresca.

Il Signor Gilles Sarraute
Il Signor Gilles Sarraute