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Mediare in Guascogna


Il lavoro dei “courtiers”, ossia dei mediatori, ha rivestito da sempre una grande importanza per il commercio dell’armagnac.

Personaggi spesso ignoti al grande pubblico e invece attivissimi nei mercati di paese.

Erano a conoscenza di tutto e di tutti, sapevano perfettamente come stava andando il mercato in quel momento, se l’annata era stata buona per il vino e se il produttore intendeva vendere una parte degli stock per fare la dote alla figlia.

Soprattutto sapevano se il vignaiolo era un provetto negoziatore.

In alcuni casi diventavano anche soci di proprietari e distillatori, come avvenne per il Signor Joseph Roy, fondatore con Clèmence Gimet nel 1929 della distilleria Gimet a Cazeneuve.

Frequentando i mercati paesani della Guascogna si sente spesso parlare di questi mediatori ed esiste pure una mitologia per alcuni di loro.

Erano il tramite discreto fra il produttore e il negoziante in cerca di armagnac.

Storicamente il più noto fra questi professionisti era il Signor Chauliac di Tolosa, uomo di fiducia della Marquise de Livry; l’armagnac che arrivava alla corte di Parigi era acquistato soprattutto dalla zona di Cazaubon, probabilmente nella ristretta enclave del Grand Bas.

Il marchio Marquise de Livry appartiene alla Maison Castarède.

Sempre in quegli anni erano attivi (per decine di barriques) Andrieu Carrère di Mont-de-Marsan, Jean Lamaison di Grenade-sur-Adour, Pierre Dubédat di Nogaro, Jean Rouilhan di Lagraulet-du-Gers, Izaac Doze di Eauze, Martin e Jacques Bonnet di Le Houga, Jean Dulon e Pierre Dupuy a Vic-Fezensac e la vedova Marie de Larrau di Labastide-d’Arm.

A testimonianza del valore attribuito ai mediatori, notifico che ancora nel 1954 era presente un loro rappresentante nella Commissione Consultiva del B.N.I.A.

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