I mercati
Uso il plurale perché mi riferisco alle sedi mercatali dedicate ai piccoli commerci locali e in modo particolare alle costruzioni approntate a questo scopo, quindi relative alla particolare tipologia di mercato coperto.
Si tratta di opere realizzate con l’intento di fornire sedi permanenti da utilizzare giornalmente, non solo in corrispondenza del tradizionale giorno del mercato settimanale; la struttura risente della localizzazione.
Se sono costruiti nella piazza del paese, normalmente hanno una pianta quadrata (Cologne, Lombez), se costeggiano o sovrastano la via principale hanno una forma rettangolare (Gimont, Barran, Bassoues); in alcuni casi sono posti a cavallo di due strade parallele (Simorre).
Sono costruzioni lignee e la parte più affascinante è proprio rappresentata dall’armonia inattesa per una struttura squisitamente commerciale, dalla patina conferita dall’invecchiamento e dalla carpenteria che sostiene il tetto.
Oppure, come compare ad Ayguetinte, le strutture portanti sono in ghisa di stile Liberty, mentre a Mirepoix tutta la costruzione appartiene a questo stile.
Visitando i mercati si percepisce lo spirito che li anima e il contesto che li racchiude: piccolo commercio di prodotti agricoli; nulla di paragonabile alle bancarelle piene di attrazioni riscontrabili in ambiti turistici.
Un buon numero dei mercati coperti ha subito le trasformazioni imposte dal tempo (Fleurance, Solomiac), soprattutto a causa degli incendi; essendo i pilastri l’elemento più a rischio, non è infrequente trovarli in mattone o pietra.
Purtroppo per alcuni non restano che tracce fotografiche, come per quelli di Monguilhem e di Vic-Fezensac.
Per un italiano dotato di un minimo spirito di osservazione emerge una differenza sostanziale: sono strutture svincolate dalla presenza della chiesa.
Da noi, in tempi medievali, il mercato avveniva a ridosso delle chiese e le tracce sono ancora visibili nei fori praticati nelle mura esterne per sostenere le coperture, come succede anche a Santa Maria di Castello di Alessandria.