Ladri di armagnac
Sono passato da questi signori portato dai commenti favorevoli sul loro armagnac che avevo tratto da alcuni conoscenti guasconi; mi era stato anche detto che avevano cessato l’attività e la mai sopita mania collezionistica mi ha spinto a Thomas, sulla strada fra Labastide d’Arm. e Cazaubon, per cercare di avere una delle loro ultime bottiglie.
Ne è uscito un colloquio carico di amarezza, assolutamente penoso.
Hanno veramente cessato la produzione e, come succede a tutti, avevano tenuto qualche bottiglia per offrire un bicchiere ai figli, agli amici e ai molti estimatori del loro distillato.
Tutto finito in un pomeriggio festivo mentre si erano recati ad assistere alla Course Landaise.
Il furto subito li ha spogliati di ogni traccia del loro lavoro di produttori, non un esemplare è sfuggito alla razzia.
Non è possibile restare insensibili a quest’affronto che la sorte ha loro riservato e sento proferire le stesse frasi di chi ha subito il furto dei gioielli di famiglia, di chi avrebbe preferito perdere dei soldi piuttosto che il medaglione ereditato dalla nonna.
Penso ai miei vecchi genitori, truffati e derubati, alla sofferenza velata di pudore nel confessare al figlio quanto era avvenuto, come se fossero essi stessi responsabili dell’accaduto.
Ricordo pure quante sincere maledizioni siano venute dal sottoscritto all’indirizzo degli autori.
La gentilezza dei coniugi Lafargue è stata grande e mi hanno aiutato nella ricerca, anche se parlare di armagnac è stato pur sempre una fonte di sofferenza.
Non posso che ringraziarli con questa piccola citazione; desidero anche perpetuare il ricordo della loro attività con l’immagine dell’unica etichetta che sono riuscito a trovare.