Il commercio dell'armagnac
Ovvero come intraprendere una proficua attività commerciale.
Arrivo in Guascogna nel pomeriggio di domenica e subito mi assale l’ansia di iniziare le verifiche.
Naturalmente è tutto chiuso, ma prima di scaricare i bagagli in albergo faccio un giro per le adorate campagne, anche per agevolare le ricerche del giorno successivo.
Giungo a un Domaine e vedo una signora seduta nel cortile, accanto alla sala di ricezione dei visitatori che è palesemente aperta e allora non resisto, entro e mi presento nel mio stentato francese:
“Bonjour Madame, je suis Marzio Devecchi, italien et je suis en train d’écrire un livre sur l’armagnac”.
La reazione è stata quella che pervade un po’ tutti quando si avvicina uno sconosciuto che comincia a fare dichiarazioni senza senso; condita dagli atteggiamenti sospettosi che una persona anziana può giustamente avere in queste circostanze.
Decido quindi di citare il proprietario dell’albergo e qualche produttore del vicinato, comportandomi come il più incallito dei truffatori che utilizzano questa pratica per entrare in confidenza con la vittima potenziale. Devo ammettere che ha funzionato.
La signora si tranquillizza, mi parla della sua proprietà, del suo armagnac e mi aggiorna sugli ultimi avvenimenti del circondario, compresi i produttori che hanno cessato l’attività o che l’hanno venduta.
A colloquio terminato le chiedo se può vendermi una bottiglia di Hors d’Age, che acquisto a un correttissimo prezzo e prima di congedarmi commetto l’errore di chiederle l’omaggio di un’etichetta da allegare alla documentazione del mio libro; la ottengo, saluto e parto.
Il giorno dopo, alle otto di mattina il proprietario dell’albergo riceve una telefonata da parte di Madame; vuole sapere se alloggio veramente da lui, se davvero scrivo un libro e, avutane conferma, lo scongiura di avvisarmi che mi deve assolutamente parlare a proposito dell’etichetta.
Ricevo la comunicazione e ovviamente ritorno subito al Domaine.
Il problema consiste nell’imminente cambio di etichette; quella che mi ha consegnato riporta una gradazione alcolica diversa e quando il libro sarà pubblicato, tutto il fisco francese sarà informato di una truffa che lei non ha commesso.
Resto allibito al pensiero che la mia ricerca possa essere utilizzata a quel fine e, senza voler provocare, le segnalo che è la stessa etichetta che compare sulla bottiglia.
È il panico, mi sento offrire più di quanto ho pagato pur di riavere il corpo del reato; per la prima volta in vita mia potrei guadagnare con l’armagnac.
Ovviamente rendo la bottiglia allo stesso prezzo e tutto si conclude con uno splendido esempio di commercio equo e solidale.
Un colpo davvero fortunato!