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Problemi fiscali


Giungere al Domaine du Guéchat in quattro (due coppie), su un’auto italiana ed essere scambiati per agenti del fisco francese travestiti da turisti, è stata certamente l’esperienza più inattesa che potessi prevedere nei miei pellegrinaggi guasconi.

Io ero al volante, l’amico Giuliano Bianchi al mio fianco viaggiava tenendo in grembo una gigantesca giara acquistata da un brocante e in apparenza non avremmo dovuto alimentare sospetti; forse esisteva una “facies fiscalis” che il Signor Robert Chevalley pensava di aver riconosciuto in noi.

Finalmente ci concede di scendere tutti dall’auto e subito ci tempesta di domande, alcune anche in spagnolo, sui motivi che ci portano da lui.

M’impegno allo spasimo per convincerlo che sono un collezionista di armagnac e probabilmente il fatto lo insospettisce ancora di più.

A quel punto non resta che risalire in auto e andarsene, ma siamo trattenuti e invitati a entrare.

Improvvisamente il Signor Chevalley si trasforma in un ospite squisito e parla a lungo delle sue passioni, in primis dei cavalli e dell’ipotesi che la razza landese derivi in qualche modo dalla fuga di cavalli arabi nelle “pignadas”, le pinete spontanee cresciute nelle terre incolte.

Ricordo, a margine di questa notizia, che la Guascogna ha fornito cavalli a svariati eserciti francesi; fra tutti hanno beneficiato dei numerosi allevamenti, peraltro tuttora attivi per fornire animali da gara, i Moschettieri e gli Ussari.

Arriverà solo molto dopo a parlare di armagnac e saremo intrattenuti ben oltre il prevedibile in amabili conversari.

Chiede notizie della vita in Italia, della nostra città di provenienza dicendo di non esserci mai stato (comprensibile, Alessandria non è certo Venezia!); si tradirà in seguito sostenendo di aver visitato i luoghi della battaglia di Marengo.

Incredibile, fino all’ultimo sospetterà di parlare a pubblicani travestiti da turisti.

Nel frattempo giunge una ragazzina che gli chiede il permesso di raccogliere funghi nei suoi boschi; tornerà dopo pochissimo tempo con un cesto di porcini che finiscono per suscitare la mia invidia.

Acquisto una bottiglia del 1944 a un costo assolutamente onesto e l’originalità della persona si manifesta nuovamente: la confezione con la carta trasparente comporta un lieve aumento di prezzo.

Il tocco sublime arriva quando chiedo lumi sulla presenza di una foto aerea del Domaine.

“Voglio ricordarmi sempre quanto sono fortunato!”

Concordo, il Domaine du Guéchat è veramente bello; chissà cosa ne pensa il fisco francese?

 

P.S.

Uno dei primi libri attinenti l’armagnac e la Guascogna che ho comprato è quello di Irène Gaubert e tuttora lo trovo delizioso per la trattazione lievemente datata dell’argomento e per gli splendidi acquarelli che lo illustrano.

Il Signor Chevalley me l’aveva fatto conoscere con una piccola citazione posta all’interno del biglietto da visita del suo Domaine.

Fatto poetico e singolare, proprio come il proprietario.

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