Neppure in grado di copiare?

Quando verifico alcuni dati mi capita di sentire incombente la possibilità di aver registrato e, aimè, trasmesso informazioni inattendibili.

In altra sede ho dichiarato che in alcuni siti ho verificato una grande superficialità e con l’esempio che segue cerco di testimoniare la mia asserzione.

Pur rendendomi conto che non tutti i visitatori di questi (comunque importanti) elementi di informazione sono tenuti ad avere la mia pignoleria, non accetto la trascuratezza degli estensori di alcune note.

Osservate con attenzione le due immagini allegate.

La prima proviene dal sito ufficiale del produttore e non ho dubbi che sia corretta.

La seconda ha un’altra provenienza (non la cito per non screditarla) e non conforta per attendibilità.

Analizziamo il tutto.

L’etichetta non riporta la scritta armagnac e va bene, soprassediamo, ma il Ch. de Tariquet produce anche molte tipologie di vino; peraltro non è impossibile trovare l’immagine corretta della formulazione “Le Légendaire”, poiché è esattamente di quello di cui si parla.

L’armagnac è inserito nella categoria dei vini e la gradazione riporta 42°. Nessuno si è chiesto come mai?

Il colore è definito “vino bianco”.

Si può cercare in ogni manuale di valutazione di armagnac, anche il più pellegrino, e non si troverà mai una specifica tanto generica (il mondo è pieno di vini bianchi con infinite sfumature) e certo non compare nel sito aziendale.

Un’ultima considerazione riguarda la vinificazione definita “tradizionale e curata”.

Sorvolo sulla cura, mi pare il minimo che si possa dire; ci mancherebbe che così non fosse!

Comunque il sito tariquet.com segnala fra gli elementi caratterizzanti la loro attività , alla voce “transgression”, la decisione di Yves Grassa, il grande vecchio della Maison Tariquet, di trasgredire le regole della vinificazione tradizionale dei vini bianchi.

Fatti forza, Marzio, chissà quante inesattezze hai scritto dando fiducia ai siti.