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Primi piani


Ritengo il desiderio di emergere o addirittura di primeggiare, lo stimolo più importante del cambiamento, quindi lo apprezzo.

Ricordo comunque al lettore che il sottoscritto si dichiara apertamente tradizionalista e le due posizioni parrebbero oggettivamente antitetiche.

Semplicemente cerco di viverle con un minimo di coerenza e per farmi capire esemplifico.

Sono un patito della scrittura a penna che sta utilizzando anche un computer e mi trovo benissimo.

Sto completando una ricerca sull’armagnac ed ho acquistato un gran numero di libri per documentarmi maneggiando con amore la carta, ma penso di utilizzare lo strumento elettronico per agevolare il fruitore del compendio con la flessibilità propria di questo mezzo.

Nel frattempo siamo passati dalle tavolette ittite scritte in accadico (come se non bastasse, esiste anche un accadico periferico) agli sms che paiono crittografie e in entrambi i casi ho lo stesso problema di decodificazione.

Dovrei quindi considerarmi uno sprovveduto per la parte storica e contemporaneamente un retrogrado per l’attualità.

Il fatto è che ogni periodo ha le sue peculiarità espressive e quanto ci appare rivoluzionario in un particolare momento storico, è sovente destinato a diventare obsoleto nell’arco di breve tempo.

Ergo, detesto gli assolutismi; come quello presente nell’etichetta dell’armagnac “Le Numero Un”.

Di questo marchio non sono riuscito a recuperare null’altro che una pessima fotografia, neppure informazioni importanti come il produttore e la zona di produzione.

Di questa mancanza mi faccio carico e non di altro.

Se non si aggiungerà Un Numero Due e poi Un Numero Tre, mi permetto di inquadrarlo come una manifestazione di soverchia supponenza.

Potrei accettarlo come manifesto pubblicitario, non come etichetta.

Merita una citazione, anche se in negativo.

Applico quindi la legge del contrappasso.

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