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Domaines e Chateaux? Non esistono


Arrivo a Sauboires esattamente nel momento in cui la Signora Bousigon sale in auto per recarsi a Nogaro; mi presento e commetto l’errore di chiederle se è lei la proprietaria del Domaine de Sauboires, così com’era il mio iniziale inquadramento.

-Non esiste il Domaine così come non esiste il Château, esiste solo l’armagnac Bousigon; detesto questi snobismi che servono solo a buttar fumo negli occhi ai clienti-.

Mi rendo subito conto che potrebbe non essere un colloquio agevole. Devo peraltro ammettere che la disponibilità non è da meno; rinuncia alla partenza e mi fa accomodare in poltrona, sotto un fresco porticato.

Anticipo la sintesi del suo messaggio: rispetto assoluto della tradizione e della qualità; quindi si produce solo armagnac, il solo vitigno ammesso è il Baco e non si parla d’altro che di millesimi.

Mai formulazioni Hors d’Age e VSOP.

-Sono miscele del tutto indefinite che il consumatore non può verificare-.

Ha sradicato vigne che cominciavano a produrre perché non ne apprezzava il vitigno e ha venduto parte dei terreni per rendere uniforme la produzione con lo sfruttamento di sole “parcelles” vocate a dare ottimo vino da distillazione.

Credo sia l’unico viticoltore della Guascogna che abbia preferito (ipse dixit) acquistare da altri il vino per uso famigliare; devo ammettere peraltro che il vino di Baco non spicca certo per gradevolezza.

Riconosco anche che questa circostanza trae origine dalla vecchia tradizione contadina. L’abbate Ducruc in “La culture des vignes dans le Bas-Armagnac, 1889” ci fa sapere che in quella zona si consumava normalmente vino rosso di Buzet perché tutte le vigne erano impiantate con piquepoult.

La Signora Bousigon conosce mezzo mondo della regione ed è una miniera di notizie che sciorina senza mai scadere nel pettegolezzo; i suoi giudizi sono comunque affilati come rasoi.

La franchezza che la anima lascia poco spazio alla comprensione e quelli che l’hanno delusa non trovano posto neppure in Purgatorio; riconosco peraltro che alcuni giudizi mi trovano assolutamente concorde.

Ha abbandonato recentemente la distillazione perché i figli non possono seguire la produzione di armagnac, ma quando era in attività tutto doveva procedere secondo la tradizione: alambicco ambulante, distillazione a legna e legna della miglior qualità. Per esserne certa la forniva lei stessa dalla scorta personale.

Ovviamente botti sempre nuove.

Ha tuttora un ottimo listino, al prezzo più conveniente che io abbia mai verificato e non lo fa certo per disfarsi dello stock non trascurabile che ancora detiene; ritiene che quello sia un prezzo equo e se ne frega allegramente delle lagnanze dei concorrenti.

In effetti, il suo listino riporta ancora i prezzi del 2007.

–Li ritoccherò a luglio, al momento sono questi e lei può stamparli così-.

Il ritocco, ormai stabilito, sarà di circa 3 euro per bottiglia; a parte il fatto che nella mia ricerca non segnalo prezzi, i suoi sarebbero comunque vantaggiosi.

È giustamente orgogliosa della lunga tradizione famigliare di produttori di armagnac, anche se non la vuole enfatizzare, molto meglio pensare al futuro.

Encomiabile e invidiabile, considerando che il primo dei suoi figli ha 55 anni.

Nel prendere commiato ho fatto violenza alla mia timidezza e l’ho abbracciata.

Domaines e Chateaux? Non esistono
Domaines e Chateaux? Non esistono