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Bottiglie sfuggenti


Più volte nelle mie escursioni in Guascogna avevo alloggiato a Valence-sur-Baïse presso la Ferme de Flaran ed ero entrato in buoni rapporti con il proprietario, un ottimo cuoco spagnolo di origini basche.

Mi riferisco ad almeno trent’anni or sono; ne sono certo perché l’anno del disastro di Cernobyl (1986) questo signore aveva già rilevato un ristorante ad Auch.

Nei precedenti soggiorni avevo cercato di cogliere da lui qualche indicazione sui produttori che riteneva più accreditati e finalmente si era dichiarato (una sorta di outing etilico): Raoul Dupont del Domaine de Mahu, e per l’esattezza l’annata del 1939, a suo parere era il top.

Mi propone un assaggio, io convengo sulla scelta e da quel momento mi metto sulle tracce del Signor Dupont; il collezionista era stato morsicato dalla tarantola.

Ottengo l’indirizzo di casa, ci vado, si apre la porta e prima di lui compare il gigantesco cappello tradizionale.

”Mi spiace, tengo l’armagnac al Domaine, ripassi domattina”.

Mastico amaro, il giorno dopo devo tornare in Italia e aggiungere andata e ritorno da Valence non è uno scherzo; non mi posso certo fermare, pazienza, sarà per un’altra volta.

L’anno seguente vado direttamente al podere, ma il Signor Dupont non c’è e un solerte collaboratore mi dice di andare in paese, perché tiene delle bottiglie anche a casa.

“Avrà anche il 1939?”.

“Certamente!”

Suono alla porta e compare una signora che si scusa; il marito quel giorno non sta bene e non riceve nessuno. E due!

Non ricordo se fosse esattamente l’anno seguente che mi presentai al podere con la speranza di concludere l’acquisto, ma l’esito fu questo: è cambiato il proprietario, quello nuovo al momento ha solo dell’Hors d’Age e mi suggerisce di andare in paese a parlare con Monsieur Dupont. Ci riprovo.

”Sto cedendo la proprietà e per correttezza in questo momento non vendo nulla”. E tre!

Ho il dono della rassegnazione e ne faccio uso anche in quest’occasione, ma veramente ho la sensazione che quella bottiglia faccia di tutto per sfuggirmi.

Tornando in Italia mi fermo per fare colazione a Nogaro; parcheggio vicino alla chiesa (forse il miglior esempio di romanico presente nel Gers) e noto un negozietto che vende armagnac di diversi produttori e lei, la mitica annata 1939 del Domaine de Mahu, è lì che fa bella mostra di sé.

Parrà impossibile, ma sulla vetrina c’era appeso un cartello con la scritta:

-Per motivi famigliari oggi si apre alle 17-

Sono tornato ad Alessandria a notte fonda con la sensazione che pervade il cercatore d’oro quando finalmente mette le mani sulla prima pepita e mia moglie, vista l’ora più adatta all’irruzione dei servizi segreti che al ritorno di un viaggio di piacere, si è assai compiaciuta per il mio inatteso soprassalto di gelosia.

Bottiglie sfuggenti
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